Benedetta Dorinzi

Spazio Mimesis è lieto di ospitare la personale di Benedetta Dorinzi.

venerdì 19 – domenica 21 maggio

dalle 18:00 alle 20:00.

Una pittura raffinata, una capacità innata di interpretare il bisogno di un’intera generazione di affermare attraverso l’arte i linguaggi e le legittime aspettative del proprio tempo.
Questa è Benedetta Dorinzi. Seppur giovanissima è da sempre appassionata all’arte a tal punto di farne la ragione della propria esistenza, in fondo in lei sono cresciute le passioni che muovono il papà Massimiliano validissimo restauratore e animavano il nonno Fiorindo pittore, noto come Zeffirino.

Benedetta frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e nel 2018 appena 20enne, decide di imporre il proprio senso comunicativo oltre la semplice riproduzione della realtà con la scelta impegnativa e sfidante di avviare un interessante percorso nell’astrattismo.

Il desiderio di Benedetta è quello di sviluppare i propri dipinti partendo da forti basi monocromatiche, che ricordano le riflessioni artistiche e filosofiche del “Quadrato Nero” del grande astrattista russo Kazimir Malevich che riportava tutto al senso di vuoto di una società in fermento e di grande conflittualità sociale degli inizi del novecento e alla mancanza di certezze che lui cercava di combattere richiamando la perfezione geometrica del pensiero matematico.

Dorinzi da impulso vivace ai pochi colori sovrapposti che utilizza portando con sé il bisogno di emersione del proprio messaggio interiore.

I suoi quadri manifestano una personalità complessa, sofisticata, a volte inquieta, quasi a voler immergere l’osservatore in un ritmo psicologico, non sono opere per chi voglia semplicemente rilassarsi e guardare l’arte di sfuggita.

Benedetta cerca di usare la sua pittura come un grido che intende dissolvere il diffuso senso di omologazione che vorrebbe vedere una generazione passiva e arresa, usa le sue tele per dare voce ai coetanei nel poter far ascoltare i loro desideri e trovare risposte ai loro legittimi bisogni in una società che li lascia perennemente in silenzio e fuori dalle scelte che loro più degli adulti dovranno vivere.

Una pittura che non fugge dalla realtà ma che la porta al centro della propria esperienza artistica che filtra con consapevolezza le pressioni dei nostri tempi e ci conduce oltre le semplici sfumature ad una lettura adeguata e impegnata che nonostante la giovane età dimostra la maturità interiore dell’artista. I lavori di Benedetta, ci restituiscono immediatamente a livello visivo il senso di orientamento necessario a sopperire alla crisi valoriale che stiamo attraversando.

Non è per intimorire l’osservatore se a volte Benedetta sceglie tinte cromatiche cupe o scure, ma è per rappresentare il senso di dubbio diffuso che avvolge i giovani e restituisce anche agli osservatori maturi il bisogno di riflessione sull’uso che si fa e che si è fatto del percorso della propria esistenza. Non un labirinto cromatico il suo astrattismo, ma un messaggio certo e definito come la chiarezza del proprio tratto artistico.

I dipinti di Dorinzi ci impongono una parentesi verso la verità, un cammino che per sua natura è sempre irto e doloroso, dimostrando una capacità narrativa sorprendente vista la sua verdissima età.

Nelle sue opere ci immergiamo curiosi nel poter un giorno vedere nuovi percorsi e lavori futuri che con grande abilità tecnica e capacità di osservazione della società odierna Benedetta metterà in campo.

Nel mentre respiriamo l’aria della sua arte e ascoltiamo i suoi messaggi che oltre alla concreta lettura sociale dei tempi, in linea con le migliori tendenze internazionali, riescono ad immergerci nei meandri del nostro inconscio e come accade per le artiste in una perturbante analisi interiore. Sono sicuro e fiducioso che Benedetta proseguirà così nel farci essere felici di aspettare gli esiti di tutto il talento che ancora può donarci la sua esperienza artistica.

Roberto Litta
Scrittore e critico d’arte.